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lunedì 3 novembre 2014

Il lato oscuro del cuore - Corrado Augias

Leggendo questo libro mi sono ritrovata più di una volta a pensare che è incredibile che sia capitato tra le mani proprio a me, proprio in questo momento...
Ma in fondo forse quello che leggiamo in un libro dipende sempre dal nostro stato d'animo. Lo stesso libro letto due volte in due diversi momenti della vita non ci sembrerà mai uguale. Ci sarà sempre un dettaglio, una frase che ci tocca più profondamente della volta precedente. Perchè la vita è esperienza, e l'esperienza modifica radicalmente la nostra percezione del mondo.

A me Corrado Augias è sempre piaciuto, anche se lo associo più alla sua veste di giornalista o di saggista che a quella di romanziere. Ad ogni modo, sono ammirata dalla sua pacatezza e dalla sua capacità di scegliere sempre le parole giuste. Nè troppe nè troppo poche, sempre diretto ma mai sopra le righe. Quando, durante una delle mie spedizioni alla Feltrinelli, ho visto che Einaudi aveva appena pubblicato un suo romanzo, Il lato oscuro del cuore, non mi sono lasciata sfuggire l'occasione e l'ho subito comprato (e poi mi chiedo perchè il mio conto sia nelle attuali condizioni...!). Nessuno stupore nello scoprire che la penna di Augias è fluida quanto la sua voce. In oltre duecento pagine ho la sensazione di non aver letto una sola parola fuori posto. Un linguaggio che suona come uno spartito eseguito alla perfezione, senza una nota stonata.
Mi rendo conto che la mia ode alla lingua può far un po' sorridere, ma ammetto che coltivo una vera e propria ossessione per la pulizia nella scrittura. Odio dover leggere una frase due volte per riuscire a capirla, non sopporto la punteggiatura fuori posto e le ripetizioni. Il che fa sì che mi dia un enorme fastidio rileggere quello che scrivo, perchè ho sempre la sensazione che la mia scrittura sia poco fluida.. ma sto divagando!

Il lato oscuro del cuore ha come protagonista Clara, giovane laureata in Psicologia e appassionata studiosa di storia delle idee. In attesa di risposta a una domanda di dottorato, divide le sue giornate tra lo studio e i fallimentari tentativi di cercare un lavoro. Certo, questa è la mia parziale ricostruzione della vicenda, perchè il romanzo è molto altro, e anzi probabilmente ad un altro lettore apparirà tutt'altro. Questo è l'aspetto che ha più colpito me, e dev'essere perchè rispecchia esattamente la mia condizione attuale.
La narrazione si svolge su due piani, quello "alto" e distante dalla vita degli studi di Clara e quello "basso" della vita reale, enormemente più vera e difficile da affrontare. Eppure in un certo senso è la vita reale a prevalere: Clara si ritrova invischiata in situazioni che sono più grandi di lei e deve affrontarle con gli strumenti che i suoi studi le hanno dato. Ho trovato riuscitissimo il parallelo tra "i libri" e "la realtà": da un lato i grandi casi che hanno fatto la storia della psicanalisi, dall'altra le nevrosi, i traumi e le tragedie della vita quotidiana.

E poi il finale. Non saprei dire se mi ha lasciato o meno l'amaro in bocca, forse perchè sono ancora in attesa del finale della mia, di storia. Comunque sia, nel leggere di Clara che, confrontatasi con la realtà, "è stata delusa da se stessa", non ho potuto fare a meno di sperare, per me, in un finale diverso. Non resta che aspettare.

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