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lunedì 15 dicembre 2014

Olive Kitteridge - Elisabeth Strout

Ma quanti treni prendo negli ultimi tempi?
Sto scrivendo questo post in treno, e lo sto scrivendo su un libro letto da cima a fondo in treno, uno diverso da quello su cui mi trovo adesso, of course. Se calcolassi le ore che nelle ultime settimane ho trascorso sulle rotaie otterrei...
Onde evitare di trasformarmi nel conte del Gattopardo, che sul letto di morte contava le ore che nella sua vita aveva "sprecato" dormendo, sorvolo e passo oltre.
Anche perchè in questo post non volevo parlare di treni, ma di Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria che si è tenuta a Roma tra il 4 e l'8 Dicembre scorsi. Sono arrivata alla fiera di prima mattina, dopo una serata fuori finita alla quattro, con gli occhi gonfi di sonno. Il tempo di fare il biglietto, e gli occhi erano spalancati dalla gioia e dallo stupore.
Ho camminato entusiasticamente tra gli stand, osservando e aprendo i libri, parlando con gli editori e scambiando opinioni con altri lettori. Ho anche comprato, ovviamente, e troppo. Ma va bene così, ho raccolto materiale per il blog. Adesso che ho anche una scusa per i miei acquisti compulsivi è la fine!

Stand della Fazi Editore. Una delle responsabili intercetta il mio sguardo che si posa curioso su uno dei volumi in bella mostra sul banco e inizia a parlarmene. Tempo cinque minuti, e mi ritrovo con il portafogli più leggero e la borsa più pesante.
Il libro è Olive Kitteridge di Elisabeth Strout, caso letterario degli ultimi tempi. Già solo a leggere la quarta di copertina si ha la certezza di non aver sbagliato. Una lista di encomi firmati Giordano, Baricco, New York Timese chi più ne ha più ne metta. Detto per inciso, se c'è una critica della quale mi fido quasi ciecamente è quella del New York Times.
In più, dal libro è stata tratta un'omonima serie televisiva prodotta dalla HBO e che in Italia andrà in onda su Sky a partire da Febbraio.


E adesso la parte più difficile. Si è capito che il libro è piaciuto a molti, se non a tutti. Ma io cosa ne penso? La prima parola che mi viene in mente è "interessante", che immagino sia l'aggettivo più usato quando non si ha niente da dire. In questo caso, però, credo che sia il termine appropriato per descrivere lo stile e la struttura di Olive Kitteridge.
Ancor più che un romanzo, Olive Kitteridge è una raccolta di istantanee della protagonista, il cui ritratto è delineato in una serie di capitoli che costituiscono dei brevi racconti indipendenti. In modo del tutto originale, non è quasi mai la protagonista a parlare di se stessa, ma il lettore riesce a ricostruire i momenti chiave della sua vita attraverso le parole degli altri personaggi del romanzo, a loro volta protagonisti dei singoli capitoli.
Così Olive, insegnante di matematica in una piccola cittadina del Maine, è a volte la voce narrante, altre volte una figura chiave e altre ancora poco più che una comparsa. E forse dopo tutto questo si capisce perchè io abbia usato l'aggettivo "interessante" :)
La trama in sè, invece, è assolutamente irrilevante, nel senso specifico che potrebbe essere diversissima e il romanzo non perderebbe nulla del suo fascino.
Se non siete fan delle raccolte di racconti, Olive Kitteridge potrebbe essere il modo giusto di approcciarsi al genere. E se invece siete già degli amanti delle storie brevi... Perchè non siete già in libreria?

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