Visualizzazioni totali

lunedì 30 marzo 2015

Fusilli con ricotta, pomodori secchi e speck

Dopo quasi cinque mesi di blog e diverse ricette pubblicate, per la prima volta su queste pagine compare una pasta. Questa apparentemente inspiegabile mancanza è dovuta al fatto che, a rischio di vedermi revocare la cittadinanza italiana, devo ammettere di non essere una grande fan della pasta. Non che non mi piaccia, ovviamente: semplicemente al momento di scegliere cosa mangiare o cosa preparare vengo attratta da altro.
Eppure, nonostante tutta questa premessa, la ricetta di oggi la considero secondo molti aspetti uno dei miei marchi di fabbrica. Perchè come ogni studente fuori sede ben sa, quando ci si avvicina tendenzialmente squattrinati alla fine del mese sapersi preparare un buon piatto di pasta è una questione di vita o di morte.
Questa ricetta però è anche qualcosa in più, perchè per me rappresenta il cambiamento. Lo so, può far sorridere, ma provo a spiegarmi meglio. Trasferirsi in una città nuova da soli, soprattutto quando si hanno soltanto diciotto anni, è un'esperienza fortissima. Bisogna imparare tutto daccapo e a poco a poco si cambia e ci si rafforza nell'adattarsi alla nuova vita. Per chi è rimasto "a casa" è difficile da capire, e i primi ritorni sono fatti anche di frustrazione e risposte irritate: "Guarda che lo so, adesso vivo da sola!". Con gli amici è diverso ma non meno difficile, bisogna riuscire a coniugare la crescita e i cambiamenti individuali con un rapporto nato fra i banchi di scuola. Mi viene da ridere al solo ripensarci, ma credo di aver litigato con la mia attuale migliore amica (ed ex compagna di banco) perchè in una conversazione telefonica aveva osato insinuare che non sarei mai stata in grado di prepararmi la parmigiana di melanzane da sola.
Ad ogni modo, questa è la pasta che le ho cucinato una delle prime volte che è venuta a trovarmi a Pisa. È stata un successo tale che adesso la ripreparo ogni volta che ritorna, e a me piace pensare di aver comunicato in quel piatto di pasta un po'di quello che sono diventata.

La ricetta è semplicissima ma il risultato è davvero ottimo, fidatevi! :)

Fusilli con ricotta, pomodori secchi e speck

 Ingredienti
200 gr di fusilli
100 gr di ricotta 
70 gr di speck (in un'unica fetta)
50 gr pomodorini secchi sott'olio
1 cipolla rossa
olio evo
sale e pepe

Preparazione
Portare una pentola di acqua a bollore. Nel frattempo, affettare la cipolla e rosolarla in padella con un goccio di olio d'oliva. Tagliare lo speck a listarelle sottili e aggiungerle alla cipolla. Dopo qualche minuto aggiungere i pomodorini scolati dall'olio. 
Salare l'acqua e mettere a cuocere la pasta. Quando sarà quasi pronta, aggiungere la ricotta al soffritto di speck e pomodorini e "ammorbidire" con mezzo bicchiere di acqua di cottura della pasta.
Quando la pasta sarà al dente, scolare e farla saltare in padella con il condimento.
Servire con una spolverata di pepe.

 








venerdì 27 marzo 2015

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte - Mark Haddon

Dopo due settimane, finalmente un nuovo libro.
Non l'ho assolutamente fatto apposta, ma il libro di oggi ha un collegamento diretto con l'ultimo che avevo recensito, ovvero L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks.
Sulla copertina de Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, infatti, è riportato un entusiasico commento proprio di Oliver Sacks, che lo definisce "un romanzo commovente, verosimile e molto divertente". La ragione di tanto entusiasmo mi è stata chiara non appena ho cominciato a leggere. Come al solito, infatti, mi ero premurata di non leggere la quarta di copertina, quindi non avevo idea di quale fosse il contenuto o la trama del libro.
L'impatto, devo essere onesta, non è stato facile. Il narratore del romanzo è Christopher, quindicenne affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo. Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è un giallo decisamente sui generis, un po' autobiografia un po', almeno secondo me, riflessione sulle modalità di comunicazione.
Ma riflettere sui differenti modi di approcciarsi al mondo in un romanzo non è certamente un'operazione semplice. Cerco di spiegarmi meglio. Christopher, il narratore e protagonista, ammette non solo di non essere in grado di mentire, ma anche di avere serie difficoltà a comprendere il significato dei "modi di dire", delle metafore e così via, esattamente come a livello relazionale ha problemi a cogliere il senso delle espressioni facciali. Come si traduce tutto questo al livello della scrittura? Il linguaggio è strettamente legato alle espressioni non verbali, esattamente quanto la scrittura lo è ad elementi ad esse paragonabili, come lo sono appunto metafore, parti descrittive e modi di dire. Ed è proprio questo che rende la lettura di questo libro inizialmente così destabilizzante. Quella di Haddon attraverso la voce di Christopher, infatti, è una scrittura che definirei "logica": asettica, pulita, chiara, senza sbavature, ma ad livello così estremo da risultare per noi paradossale.
Dopo qualche pagina, però, si compie il passaggio: scivoliamo lentamente nel mondo di Christopher, finchè non sono proprio le modalità degli "altri" ad apparirci inadeguate.
Quasi reagiamo con insofferenza difronte agli adulti incapaci di comprendere, accogliere, rispettare i limiti. E d'altra parte dobbiamo fare i conti con un universo, quello dell'autismo, che pone limiti spesso incomprensibili e sempre estremamente difficili da rispettare.
Un libro che fa riflettere, non invitandoci direttamente a pensare ma costringendoci ad immedesimarci, e forse per qualche istante anche a comprendere, una realtà totalmente altra.

Liebster Award 2015!

Buonasera a tutti,
scrivo questo post fuori programma per ringraziare La libreria di Tessa, che ha gentilmente nominato Pagine e Briciole per il "Liebster Award".
Il "Liebster Award" è un premio che viene conferito di blogger in blogger per dare visibilità ai nostri angoli virtuali, dando precedenza ai blog piccoli e appena nati, in modo che possano essere conosciuti. Sono veramente felice di aver ricevuto questa nomination perchè il mio spazio si avvia ormai verso la fine del suo quinto mese di vita e ha probabilmente bisogno di un aiuto sul fronte "visibilità", campo nel quale ammetto la mia totale incapacità ;)

Queste sono le regole del Liebster Award:
- ringraziare i blog che ti hanno nominato;
- nominare altri 10 blog;
- rispondere a dieci domande;
- porre dieci domande a tua volta ai tuoi nominati;
- comunicare la nomina ai dieci blog scelti.
 
Purtroppo temo che non potrò rispettare una di queste regole. Per quanto mi impegni, infatti, non riesco a pensare a 10 blog nati da poco e per di più finora non nominati. Per questo ne nomino quattro che seguo con piacere, anche se troppo spesso lo faccio "silenziosamente" :)
La nomination va a Libri di cristallo, La ragazza che annusava i libri, La LibRidinosa e a Un buon libro non finisce mai.

Adesso è il momento di rispondere alle domande.

Come è nata l'idea del blog? L'idea del blog mi è venuta quasi all'improvviso. Erano anni che seguivo la vita di diversi blog solo ed unicamente da lettrice e così subito dopo la laurea ho pensato di aprire un mio spazio, un po' per sfida e un po' perchè credo nel valore terapeutico della scrittura e della condivisione. Gioie e dolori della vita da blogger, cosa ti piace e cosa ti infastidisce? Bellissima domanda. La mia risposta è molto scontata, ma profondamente vera. Amo condividere le mie letture, preparare i set per fotografare i piatti, mi piace ricevere commenti e consigli da persone che condividono al cento per cento le mie passioni. Mi infastidisce, a volte, dover rispettare i tempi e la frequenza di pubblicazione che io stessa mi sono imposta. Ma direi che ci sono ben più pro che contro :)
Che genere di letture preferisci? Romanzi, romanzi, romanzi. Il genere varia in base all'umore, quindi purtroppo non posso essere più precisa!
Quale personaggio di carta (maschile e femminile) hai amato particolarmente? Difficile, molto difficile. Un personaggio maschile che ho amato particolarmente è Atticus, l'avvocato de Il buio oltre la siepe. Tra i personaggi femminili sono indecisa, perchè mi piacciono tutti quelli dei romanzi di Tracy Chevalier, ma scelgo Griet, la protagonista de La ragazza con l'orecchino di perla.
Il primo libro da "adulta" che ricordi di aver letto (dopo topolino e le favole!). Mi viene da pensare a tutta la collana del "Battello a vapore". Andando più avanti con la memoria, Diana, cupido e il commendatore di Bianca Pitzorno.
Ebook o cartaceo? Cartaceo, anche se devo dire che faccio largo uso degli ebook per risparmiare soldi e spazio.
Un libro imperdibile. Il cardellino di Donna Tartt. Semplicemente straordinario, da leggere.
Un libro che ti ha fatto piangere. A un cerbiatto somiglia il mio amore di David Grossman. Bellissimo e toccante.
Un libro che hai detestato. Detestare è una parola grossa, ma un libro che non mi è piaciuto per niente nonostante sia stato osannato è La solitudine dei numeri primi.
Un autore che per te è una garanzia. Anche questa è molto difficile, nomino un uomo e una donna per par condicio: Philip Roth e Donna Tartt.

Adesso tocca a me fare le domande. Qualcuna la rubo perchè mi è piaciuta particolarmente :)
- Com'è nata l'idea del blog?
- A cosa punti quando scrivi le tue recensioni?
- Un tuo ricordo dell'infanzia legato alla lettura?
- Il libro che hai riletto più volte in assoluto.
- Un libro letto di recente che ti ha piacevolmente sorpreso?
- Un classico intramontabile.
- Il libro che consiglieresti ad un amico poco amante della lettura.
- Un libro che non sei riuscito/a a finire.
- La famosa domanda sull'isola deserta: Se potessi scegliere una trilogia (o una saga), quale sarebbe?
- Una citazione dal tuo libro preferito.

A presto,
Rachele






martedì 24 marzo 2015

venerdì 20 marzo 2015

Diario di un corpo - Daniel Pennac

Forse dovrei scusarmi perchè oggi, per la seconda settimana di fila, non pubblico un post su un libro appena letto. Diario di un corpo di Daniel Pennac, in effetti, è una lettura che risale a quest'estate.
I lettori più assidui ricorderanno sicuramente che non ho finora mai perso occasione di osannare questo libro splendido e quindi si potrebbero giustamente chiedere perché mai io ne stia parlando di nuovo adesso. Il motivo c’è, quindi spero che mi perdonerete la ripetizione.

Da qualche giorno (in realtà, adesso che ci penso, è passata esattamente una settimana!) mi sono trasferita a Modena per ragioni di studio. Lascio soltanto immaginare quante novità si siano presentate tutte insieme, ma credo che questo cambiamento possa in parte spiegare perchè le mie letture di svago procedano così a rilento. La verità, però, è che il libro di cui volevo parlarvi oggi in un modo o nell'altro ero riuscita a leggerlo, sfruttando tutte le pause a mia disposizione. Avevo raccolto le idee, ero pronta a condividere le mie impressioni.


Poi, però, ci si è messo Pennac. E non metaforicamente, ma proprio fisicamente. Sì, perchè ieri lo scrittore francese era proprio qui a Modena con Journal d'un corps, riadattamento teatrale del romanzo e interpretato proprio da lui (per gli eventuali interessati, ci sarà un ulteriore spettacolo stasera, 20 Marzo).
Si fa un gran parlare ultimamente dei possibili strumenti di sensibilizzazione alla lettura.
Ecco, sedendo tra gli spalti del teatro ad osservare ammirata quest'uomo che nonostante i suoi anni dimostrava una bravura ed una vitalità senza pari, non potevo fare a meno di pensare che lo spettacolo raggiungeva due obbiettivi nient'affatto banali. Primo, riusciva nella notevole impresa di restare fedele allo spirito del libro nonostante i numerosi ma naturalmente necessari tagli. Secondo, scatenava nei presenti un'irrefrenabile curiosità per il libro, che ho poi visto concretizzarsi all'uscita, dove il banchetto con in vendita il romanzo veniva letteralmente preso d'assalto.
Sedendo tra centinaia di persone che sentivo ridere insieme a me, e insieme trattenere il fiato ed emozionarsi come un solo corpo, ho ricevuto conferma che Diario di un corpo non può che essere il libro di tutti. Perchè c'è la storia di tutti noi in questo oscillare tra l'alto e il basso, tra i più stigmatizzati bisogni corporei e i momenti in cui, invece, il corpo si trasforma in teatro dell'anima.
E viene da pensare che forse non è l'anima, non è la parte razionale, come i filosofi hanno sostenuto per secoli, a renderci uomini. Forse, invece, è il nostro corpo e tutto ciò che lo attraversa a renderci simili gli uni agli altri. E non ci resta che tornare ad ascoltarlo.

lunedì 16 marzo 2015

Cantucci ai pistacchi e cioccolato di Ernst Knam

Ci risiamo.
A quanto pare ho un'autonomia pari ad una ricetta salata prima di sentire il bisogno di tornare al dolce. E se nel dolce c'è anche il cioccolato tanto meglio.
A costo di diventare ripetitiva voglio nuovamente esprimere la mia profonda gratitudine ad Ernst Knam. Sarà anche poco simpatico, ma le sue ricette sono una garanzia :)
Ottenere la giusta consistenza per i cantucci non è per niente facile, ma questi hanno brillantemente la prova assaggio di diversi critici mooooooolto severi. Basti dire che volevo portarne con me qualcuno per un viaggio in treno, ma nessun cantuccio ha visto la sua seconda alba.
Visto che già mi si richiede il bis, penso che le prossime volte proverò altre combinazioni, variando la frutta secca o il tipo di cioccolato. La base è ottima, quindi credo che ci si possa sbizzarrire con le interpretazioni!

Un ringraziamento speciale va alla mia cara amica autrice delle foto di oggi. L'ho costretta a lavorare in condizioni pessime, ma il risultato è comunque splendido :)

Cantucci ai pistacchi e cioccolato 
La ricetta riesce benissimo seguendo le istruzioni di Knam, ma aggiungo tra parentesi qualche nota che può aiutare nella preparazione :)

Ingredienti (per circa 60 cantucci)
225 gr di zucchero semolato
1/2 stecca di vaniglia
2 uova
300 gr di farina 00 setacciata
8 gr di ammoniaca (sciolta in poco latte)
375 gr di pistacchi sgusciati (non salati)
150 gr di cioccolato fondente al 60% (in gocce o a pezzetti)

Preparazione
Ponete le uova con lo zucchero in una ciotola d'acciaio e mettetela a scaldare a bagnomaria. Quando il composto avrà raggiunto la temperatura di 45°C, cominciate a montare con una frusta: per una riuscita perfetta dovrete dedicare a quest'operazione circa 20 minuti. (In mancanza del termometro da cucina ho omesso questa parte della preparazione. Ho semplicemente montato le uova a lungo, senza "cuocerle" a bagnomaria. La riuscita è stata comunque perfetta.) Le uova dovranno essere leggere e spumose, praticamente bianche.
A parte, in una ciotola, amalgamate tutti gli altri ingredienti (Consiglio vivamente di tostare i pistacchi, prima di unirli al composto, in modo da esaltarne il sapore).
A questo punto unite i due composti: potete usare la tazza di una planetaria con il gancio, se l'avete, o una delle due ciotole già usate, se lavorate a mano.
Con l'impasto ottenuto, formate dei cilindri del diametro di circa 4 cm, disponeteli in una teglia coperta da cartaforno e cuoceteli per circa 12 minuti a 180°C.
Trascorso questo tempo, sfornateli e lasciateli riposare per 5 minuti. Poi, quando sono ancora caldi (bruciarsi non serve, però mi raccomando: se eseguite quest'operazione troppo tardi, rischiate che i cantucci vi si sbriciolino tra le mani), con il tipico taglio obliquo ricavate dai cilindri dei biscotti spessi circa 12 mm.
Tostateli in forno per circa 8 minuti, 4 per lato.




venerdì 13 marzo 2015

Novità in libreria



Eccomi qui, dopo un mese, di nuovo con la rubrica sulla novità in libreria.
Questa volta è stato particolarmente difficile trattenermi dal comprare qualcuno di questi libri, ma per fortuna il fatto di trovarmi nella Feltrinelli della stazione di Firenze Santa Maria Novella con due valigie stracolme e uno zaino pesantissimo è stato sufficiente a farmi desistere dall’acquisto.
Ciò non toglie che io abbia quanto prima in programma una spedizione in libreria, magari non accompagnata da un bagaglio così ingombrante da rendermi impossibile la deambulazione tra gli scaffali (inutile dirvi che nel tentativo di produrmi in improbabili slalom ho distrutto un paio di ordinatissime pile di libri).



Le novità di oggi lo sono per me in senso assoluto, perché conosco molto o poco o per niente gli autori in questione. Il che aumenta il fattore curiosità e, in modo quasi direttamente proporzionale, la difficoltà di tenere a freno la carta di credito. Ma veniamo ai titoli.

Novità #1
Fulvio Ervas, “Tu non tacere”
Di Fulvio Ervas non ho mai letto niente, ma mi hanno sempre colpito le copertine dei suoi libri. Sono anni che osservo con interesse quella di “Se ti abbraccio non aver paura”, ma per qualche strana ragione non ho mai comprato nè quello nè gli altri testi dell'autore. Poi oggi ho visto il nuovo titolo, e sul sito della casa editrice (l'ottima MarcosyMarcos), ho trovato le seguenti parole: "
Tu non tacere è il romanzo dove interpreta più scopertamente se stesso, al punto che mentre lo scriveva, d’un tratto, tra narrazione e realtà son caduti i confini: il romanzo è entrato nella vita e la vita nel romanzo, con un travaso inaspettato di emozioni e verità."
Mi sto convincendo di dover correre ai ripari quanto prima, e poi come non fidarsi dell'autore di un romanzo dal titolo "Finchè c'è prosecco c'è speranza?" :)
Io sono convinta. 

Novità #2
Marco Missiroli, “Atti osceni in luogo privato”
Altro autore a me del tutto sconosciuto. Anche in questo caso, però, il titolo e la copertina sono abbastanza accattivanti da convincermi Ho fatto anche qualche ricerca e ho scoperto che Missiroli è giovane (34 anni), ma ha già vinto un Premio Campiello Opera Prima per il suo romanzo d'esordio, "Senza coda". In più, mi sembra che recentemente si stia parlando molto di questo suo ultimo romanzo su diversi blog. Insomma, è il caso di mettersi al passo perchè sembra davvero molto interessante!

Novità #3
Luis Sepùlveda, “L’avventurosa storia dell’Uzbeko muto”
E a proposito di titoli che scatenano la curiosità, questo è quello dell’ultimo libro di Sepùlveda. Quando ero alle scuole medie andava di moda far leggere ai ragazzi la sua “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, dalla quale proprio in quel periodo era stato tratto il cartone animato. Ovviamente non ricordo benissimo cosa avessi pensato del libro, ma penso di aver conservato dentro di me una traccia della sensazione di gioia provata immergendomi nel mondo di Sepulveda. Qualche mese fa, invece, ho letto “Diario di un killer sentimentale”, una storia breve che si legge in una sera ma che ti resta dentro.
Un autore particolare, che vale la pena di continuare ad esplorare. 

E voi? Ne avete già letto qualcuno?