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venerdì 20 marzo 2015

Diario di un corpo - Daniel Pennac

Forse dovrei scusarmi perchè oggi, per la seconda settimana di fila, non pubblico un post su un libro appena letto. Diario di un corpo di Daniel Pennac, in effetti, è una lettura che risale a quest'estate.
I lettori più assidui ricorderanno sicuramente che non ho finora mai perso occasione di osannare questo libro splendido e quindi si potrebbero giustamente chiedere perché mai io ne stia parlando di nuovo adesso. Il motivo c’è, quindi spero che mi perdonerete la ripetizione.

Da qualche giorno (in realtà, adesso che ci penso, è passata esattamente una settimana!) mi sono trasferita a Modena per ragioni di studio. Lascio soltanto immaginare quante novità si siano presentate tutte insieme, ma credo che questo cambiamento possa in parte spiegare perchè le mie letture di svago procedano così a rilento. La verità, però, è che il libro di cui volevo parlarvi oggi in un modo o nell'altro ero riuscita a leggerlo, sfruttando tutte le pause a mia disposizione. Avevo raccolto le idee, ero pronta a condividere le mie impressioni.


Poi, però, ci si è messo Pennac. E non metaforicamente, ma proprio fisicamente. Sì, perchè ieri lo scrittore francese era proprio qui a Modena con Journal d'un corps, riadattamento teatrale del romanzo e interpretato proprio da lui (per gli eventuali interessati, ci sarà un ulteriore spettacolo stasera, 20 Marzo).
Si fa un gran parlare ultimamente dei possibili strumenti di sensibilizzazione alla lettura.
Ecco, sedendo tra gli spalti del teatro ad osservare ammirata quest'uomo che nonostante i suoi anni dimostrava una bravura ed una vitalità senza pari, non potevo fare a meno di pensare che lo spettacolo raggiungeva due obbiettivi nient'affatto banali. Primo, riusciva nella notevole impresa di restare fedele allo spirito del libro nonostante i numerosi ma naturalmente necessari tagli. Secondo, scatenava nei presenti un'irrefrenabile curiosità per il libro, che ho poi visto concretizzarsi all'uscita, dove il banchetto con in vendita il romanzo veniva letteralmente preso d'assalto.
Sedendo tra centinaia di persone che sentivo ridere insieme a me, e insieme trattenere il fiato ed emozionarsi come un solo corpo, ho ricevuto conferma che Diario di un corpo non può che essere il libro di tutti. Perchè c'è la storia di tutti noi in questo oscillare tra l'alto e il basso, tra i più stigmatizzati bisogni corporei e i momenti in cui, invece, il corpo si trasforma in teatro dell'anima.
E viene da pensare che forse non è l'anima, non è la parte razionale, come i filosofi hanno sostenuto per secoli, a renderci uomini. Forse, invece, è il nostro corpo e tutto ciò che lo attraversa a renderci simili gli uni agli altri. E non ci resta che tornare ad ascoltarlo.

1 commento:

  1. Bella recensione! Mi sono iscritta come lettore fisso, se hai voglia di ricambiare il link è:
    http://lalibreriadiluce.blogspot.it/
    Grazie se lo farai ^_^

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