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martedì 28 aprile 2015

Il vecchio che leggeva romanzi d'amore - Luis Sepùlveda

Come troppo spesso accade di questi tempi, sono in ritardo.
Avevo tutte le buone intenzioni di pubblicare questo post il 23 Aprile, in occasione della Giornata Mondiale del Libro, celebrata tra le altre cose attraverso l'iniziativa #ioleggoperchè. Da brava lettrice mi sono iscritta all'iniziativa mesi fa, e sono diventata un messaggero con il compito di diffondere la passione per la lettura distribuendo tra conoscenti (e non) dei libri fatti stampare per l'occasione dall'AIE (Associazione Italiana Editori) e affidati ai messaggeri. Oltre a questa, una serie di altre iniziative animavano piazze, locali e biblioteche di tutta Italia. Purtroppo non ho potuto partecipare all'evento principale a Milano, ma la maratona di lettura a cui ho assistito nella biblioteca comunale di Modena mi ha comunque regalato un episodio commovente. Una bambina di sei anni che, vedendo un gruppo di persone intente a leggere pubblicamente estratti dai loro libri preferiti, insiste per salire sul piccolo palco e declamare le prime pagine di un libro di Gianni Rodari :)
Questo arzigogolatissimo prologo per dire che il libro del giorno è proprio uno di quelli che ho distribuito in giro. Devo confessare, però, che una copia l'ho tenuta io. Qualcuno aveva dubbi?


Non leggevo Sepùlveda dai tempi in cui Storia di una gabianella e del gatto che le insegnò a volare era un must assoluto nelle scuole primarie italiane. Mi era piaciuto tantissimo, ma poi devo aver collegato il suo nome alla narrativa per l'infanzia, e da lì al dimenticarlo del tutto il passo è stato fin troppo breve. Ho riscoperto Sepùlveda quest'anno, sempre pescando dall'ormai famosa biblioteca dell'amico amante dei libri brevi, e ho letto Diario di un killer sentimentale.
Poi è arrivata l'iniziativa #ioleggoperchè, e ho quindi pensato di poter approfondire la conoscenza dello scrittore cileno. Dai pochi che ho citato avrete capito che Sepùlveda ama i titoli accattivanti, di quelli che quasi sembrano spiegarti tutti ma che lasciano la curiosità di scoprire di cosa si tratti veramente. A ripensarci, forse non tutti trovano questi titoli così interessanti, ma a me personalmente fanno venire tantissima voglia di scoprire cosa si cela al di sotto di loro. E poi i libri sono così brevi che vale la pena tentare, no?
E adesso un ulteriore problema. Una volta letto il libro, come interpretarlo? Mi direte che questo è o un falso problema oppure una questione che si presenta ogniqualvolta si termina una lettura. E in parte è vero, in parte ci sono libri che più di altri si prestano alla pluralità delle interpretazioni. Per me, ad esempio, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore è un libro sulla lettura. Facile, è già nel titolo, no? In realtà la lettura è nel titolo ma può apparire un elemento soltanto marginale nel testo, il cui nucleo narrativo centrale è una storia di caccia. Eppure in un certo senso è proprio questa storia di caccia ad essere marginale, a costituire la cornice all'interno della quale si muovono tematiche ben più rilevanti. Nella terra ai confini del mondo dove è ambientata la vicenda, i confini stessi tra quelle che con una certa presunzione chiamiamo "civiltà" e "inciviltà" si fanno estremamente labili.
Ma in tutti questo, ci si potrebbe chiedere, cosa c'entra la lettura? Dove si inserisce un'attività simile in un mondo fatto di piogge incessanti, condizioni climatiche insostenibili, predatori, insetti pericolosi ed una costante incertezza del futuro?
Se sapessi dare una risposta sensata alla questione di come si rapporta la narrazione, cioè il raccontare e l'ascoltare storie, con la vita umana, probabilmente non sarei sul mio letto con le cuffie nelle orecchie a scrivere questo post :) Devo quindi limitarmi, ammesso che sia la parola giusta, ad osservare che c'è come una relazione atavica tra "gli uomini" e "le storie".
Senza voler generalizzare un'esperienza che potrebbe essere solo personale, deve essere qualcosa di simile al desiderio infantile di chiedere "mamma, racconta...", che per me si è trasformato in una gioia immensa alla scoperta che quelle storie potevo raccontarmele da sola, leggendo.
Ed è per questo che non posso che lasciarvi con questa, secondo me splendida, citazione:

Sapeva leggere.
 Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita.
Sapeva leggere.
Possedeva l'antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia.


Buona lettura a tutti,
Rachele

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